MICHELE SCHINELLA
Non si può parlare di Michele Schinella se non si fa riferimento alla sua terra, alle sue origini.
MICHELE nasce nel 1950 ad ARENA (VV), un piccolo paese montano nell’altopiano delle Serre Calabresi vicino a Serra San Bruno. E’ emblematico che in questo borgo sorga, intorno al 1100 , uno dei primi Conventi dell’Ordine Certosino in Italia, ancora in uso. Quest’angolo di Calabria è terra ricca di tradizioni contadine e religiose, di storia medioevale, di leggende misteriose, l’ambiente naturale vario a volte selvaggio affascina, è terra di emigrazione e di duro lavoro.
A diciotto anni si trasferisce a Padova per frequentare l’Università, si laurea in Medicina e Chirurgia, si specializza in Patologia Clinica e Medicina di laboratorio, Ematologia, Tossicologia. Presta lavoro in vari ospedali del Triveneto, unendo alla routine lavorativa del reparto di laboratorio analisi cliniche la sua attività di ricercatore nell’ambito soprattutto dei markers tumorali e delle infezioni ospedaliere. Nel 1985 approda a Verona all’Ospedale di Borgo Trento e poi a Rovereto come direttore del reparto e del dipartimento.
Negli anni ’90 un evento personale, dà nuova linfa alla sua fede cristiana. Si consolida il suo particolare rapporto con la Madonna, la cui devozione lo accompagna per tutta la vita. Seguendo i figli nel percorso di crescita in parrocchia e negli Scouts, si mette al servizio della Chiesa, della Comunità: “per capire chi siamo dobbiamo toglierci dai ruoli e fare esperienza d’amore, non l’amore come Eros, ma Agape l’amore di Dio, che non si impone, ma si dona.”
Fino al 2020, anno della sua morte, si rende disponibile alle attività del gruppo Presepisti. Collabora con gli artisti del PRESEPIO parrocchiale non solo nell’opera di pura manovalanza, ma soprattutto per testimoniare dentro e fuori la parrocchia l’importanza del PRESEPIO, percorso di fede, non solo di folklore.
E’ tra i volontari della Festa Patronale con il suo mitico risotto al tastasal. Era solito dire: “ditemi quello che c’è da fare e cerco di farlo al massimo delle mie capacità “. Uomo di poche parole, ma di fatti.
La collaborazione più fattiva, vissuta da lui come momento di crescita spirituale, sia personale sia per la comunità, sono stati gli anni di lavoro nel Consiglio Pastorale a fianco del Parroco Padre Venturino Cacciotti.
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