Io ho un sogno.

 


Vorrei che la Vita diventasse il primo valore in cui credere.
Senza la Vita nulla di tutto quanto amiamo e vorremmo trasmettere sarebbe possibile.
Vorrei che le donne sperassero, anelassero la maternità. Vorrei che questa non fosse ostacolata da pregiudizi e antichi retaggi. Vorrei che le madri delle madri più giovani accogliessero con amore le figlie gravide di nuove vite.
Ho il sogno dell’utopia per cui le nascite fossero vissute come una luce nella propria vita, che si illuminasse il tunnel così buio dell’indifferenza, dell’individualismo, dell’egocentrismo.
Io sogno tanti bambini che ci accompagnino nel percorso della vita, che le strade della nostra città siano sempre risonanti dell’ilarità serena dei bambini, dei loro giochi, dei loro scherzi.
Ho il sogno di poter accogliere in libertà le madri senza tetto, diseredate e disconosciute dalla famiglia.
Ho il sogno di non dover dipendere dal denaro per stringere una mano che chiede aiuto per la vita che porta in grembo. Ho il sogno che i bambini tornino a riempire e colorare la nostra società così come i piccoli fiori di campo in primavera ci regalano bellezza spontanea.
Ho il sogno di non dimenticare mai – e che NESSUNO dimentichi – il profumo di bimbo di cui la nostra anima è intrisa.
Io ho un sogno: che un girotondo di mani allacciate tra loro renda possibile la Vita.
Io sogno che la solidarietà si inveri nella nostra intera esistenza.
Paola Marozzi Bonzi

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