La storia di Ponte Crencano si è sviluppata soprattutto attraverso le persone
È difficile vivere senza una terra o una comunità, intesa come spazio dove le dimensioni sono a misura d’uomo, sono riconosciute perché familiari, dove si coltivano gli affetti, dove esistono luoghi per raccogliersi, per sentirsi al riparo. L’uomo ha bisogno di uno spazio definito, del piccolo per ritrovarsi, riposare, ricuperare energie, incontrare altre persone con cui familiarizzare e riprendere il cammino sotto il cielo: cioè l’uomo ha bisogno del suo “ambiente”.
La parrocchia, il quartiere è il nostro “mondo” dove il cuore impara a pulsare oltre se stesso, e l’intelligenza è chiamata ad aprire gli orizzonti superando particolarismi e divisioni.
È lì che incontriamo un popolo, facciamo l’esperienza della realtà umana, lo spazio nel quale ogni uomo incontra veramente l’amicizia e non raramente anche l’amore.
La parrocchia, la comunità, il quartiere rende i volti noti, crea la conoscenza personale, l’amicizia concreta, l’appartenenza cordiale, il confronto, la bellezza e la fatica delle relazioni umane, l’esercizio della pazienza e del perdono, la virtù della fiducia.
Nel vivere insieme si fa storia. Non si tratta solo di cronaca quotidiana, non sono nemmeno i grandi eventi degni dei dizionari. La storia la fanno le persone: la loro vita quotidiana fatta di gioie, speranze e dolori, di lavoro e famiglia, di affetti e rapporti.…non è mai storia solamente individuale, è sempre anche storia di tutti perché nessuno vive solo.
Nel quartiere di Ponte Crencano, nella parrocchia nel trascorrere di questi quasi ottant’anni ci sono state persone che con il loro temperamento hanno creato legami, favorito relazioni, influito sulla mentalità attraverso iniziative, obiettivi comuni o di gruppo, diffusione di valori, incanalando quasi uno stile di vita.
Fare memoria è una formidabile esperienza nella vita umana. La memoria è una delle facoltà più misteriose dello spirito umano. Le cose viste , udite pensate e fatte sono in essa conservate, pronte a ridestarsi e balzare alla luce ad un richiamo esterno.
Far cadere nel dimenticatoio le persone che hanno intrecciato la nostra storia e hanno attraversato la nostra vira sarebbe una amnesia che ci fa perdere la nostra identità. Consolidando la nostra memoria collettiva si cementa l’unità del gruppo
“L’assemblaggio” di queste figure è la conferma che nessuno, dunque, è invisibile: ciascuno partecipa al fluire di un grande fiume e questo crea non solo imitazione ma anche identità.
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