Ponte Crencano
Il toponimo, documentato solo dal 1866, deriva dal piccolo ponte sul progno Avesa e l’etimo potrebbe riferirsi ad una varietà di radicchio selvatico radesela, presente nelle grandi distese di campi che sopravvissero fino all’urbanizzazione degli anni 60.
Fino ad allora il nucleo più consistente di case era a Cà di Cozzi, insediamento probabilmente già di origine romana.
Nei pressi dell’ottocentesca Villa Monga, sorgeva la stazione del trenino che
collegava Verona con Caprino e vicino al ponte sorge tuttora un capitello in pietra, recentemente restaurato, con protiro a due colonne, edicola e i resti di due affreschi, una deposizione e un Santo benedicente, forse San Francesco.
Il quartiere, attraversato da un’importante direttrice (via Mameli) che collega Borgo Trento alla S.S. 11 Abetone Brennero, si espande a sud fino all’Adige e a nord verso le colline di Avesa e Quinzano.
L’edificato, sviluppatosi a partire dagli anni ’60, ha saturato quasi completamente le aree fabbricabili del territorio.
È un quartiere ricco di servizi e ben collegato alla città dai mezzi pubblici.
Tratto dalla pubblicazione “Quartieri in Movimento”
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